Ottobre 22, 2024
Tassi di interesse e inflazione, si allenta la morsa delle restrizioni monetarie.
Con la decisione del 17 ottobre scorso, la Banca Centrale Europea ha effettuato il terzo taglio consecutivo dei tassi di interesse, riducendoli di 25 punti base e portando il tasso sui depositi al 3,25%. Nonostante l’impegno a garantire il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine, mantenendo i tassi di riferimento a livelli sufficientemente restrittivi finché necessario, la Governatrice della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato in conferenza stampa che le attuali condizioni economiche hanno reso possibile questo ulteriore allentamento della politica monetaria restrittiva. Il processo di disinflazione in Europa è ormai ben avviato, con l’ultima rilevazione di Eurostat che indica un’inflazione all’1,7%, mentre in Italia il tasso è sceso allo 0,7% (dato Istat). Inoltre, il quadro economico complessivo non appare particolarmente brillante. In particolare, il taglio dei tassi dovrebbe avere effetti positivi sui mutui e sulle spese delle famiglie, oltre a incentivare gli investimenti da parte delle imprese. A questo punto non appare infondato immaginare un nuovo taglio dei tassi in dicembre, ma Lagarde è stata piuttosto chiara in proposito: “… continueremo a seguire un approccio guidato dai dati in base al quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.
Imprese, lavoro e demografia
L’analisi trimestrale condotta da Unioncamere e InfoCamere ha registrato complessivamente un saldo attivo di 15.227 attività economiche, frutto di 62.599 nuove iscrizioni e 47.372 cessazioni. È un dato positivo ma non privo di ombre. Infatti, se da un lato i settori dei servizi professionali e del turismo mostrano una dinamica significativa, dall’altro, commercio e manifattura restano al palo come l’artigianato, in cui cresce la componente delle costruzioni ma arretra quella manifatturiera. Per quanto riguarda il lavoro, secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle politiche sociali che elabora le previsioni occupazionali di ottobre, sono 489mila assunzioni previste dalle imprese a ottobre (+3,7%). Positive le previsioni per i servizi (+8,0%), più incerte per il manifatturiero (-2,6%) e per le costruzioni (-10,6%). La difficoltà di reperimento si attesta al 49,3. “Resta costante la difficoltà di reperimento del personale da parte delle aziende – rileva il Presidente di Unioncamere, Andrea Prete - che in un caso su due impiegano troppo tempo a trovare le professionalità di cui hanno bisogno. Dobbiamo impostare il sistema della formazione in modo da risolvere il problema almeno nel medio termine considerando che la denatalità è un fatto acclarato nel nostro Paese e sarà difficile invertire la rotta”. E proprio di oggi sono i tristi dati Istat sulla natalità e fecondità della popolazione residente in Italia. Nel 2023 scendono a 379.890, registrando un calo del 3,4% sull’anno precedente, nuovo record al ribasso. E secondo le stime preliminari, il calo delle nascite proseguirà anche nel 2024.
“Inceppamento” grave del circuito redditi-fiducia-consumi
Queste notizie sono in un quadro economico che Confcommercio, nella sua Congiuntura mensile definisce “fragile”. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “l’inizio dell’autunno non sembra aver diradato le molte ombre che caratterizzano l’attuale situazione congiunturale. La nostra economia, all’interno della quale non mancano moderati spunti di vivacità, sembra essere tornata a viaggiare a ritmi molto modesti, i quali, pur non prefigurando una reale stagnazione, non possono essere valutati come una vera crescita”. … “Secondo Bella, “non cambia la ben fondata sensazione di fragilità del quadro economico, caratterizzato da un inceppamento grave del circuito redditi-fiducia-consumi”.
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