Ottobre 16, 2024
Il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema della legge di bilancio 2025. Diventano strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l'accorpamento delle aliquote Irpef. Confermate le misure su lavoro e pensioni. Confcommercio: "Bene le conferme degli interventi di riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro". Conftrasporto: "Nessun impatto delle accise sull'autotrasporto".
Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera alla manovra da 30 miliardi lordi. Il disegno di legge di bilancio "in linea con l’approccio serio e responsabile" dei provvedimenti economici approvati finora dal governo, dispone interventi con effetti pari, in termini lordi, a circa 30 miliardi nel 2025, più 35 miliardi nel 2026 e oltre 40 miliardi nel 2027. Si rendono strutturali gli effetti del taglio del cuneo e l'accorpamento delle aliquote Irpef articolata su tre scaglioni già in vigore nell'anno in corso. Il governo, inoltre, mette da subito le risorse destinate a finanziare le procedure di rinnovo dei contratti del pubblico impiego, con particolare riferimento al triennio 2025-2027. Tra le misure approvate anche quelle relative alle modifiche per l'Assegno unico e il rifinanziamento da 500 milioni della carta "Dedicata a Te". Confermata inoltre la decontribuzione in favore delle imprese nella Zona economica speciale (ZES).
Sul fronte della sanità, sono state incrementate le risorse anche per finanziare il rinnovo dei contratti; in particolare, nel prossimo biennio lo stanziamento è in linea con la crescita del Pil nominale. Tra le misure fiscali, si conferma, anche per il triennio 2025-2027, la tassazione agevolata al 5% dei premi di produttività erogati dalle aziende ai lavoratori. Per quanto riguarda le pensioni, sono confermate le misure dello scorso anno e potenziate quelle destinate ai lavoratori pubblici e privati che raggiungono l'età della pensione ma restano a lavoro. Il disegno di legge di Bilancio stanzia anche risorse per assicurare che, successivamente al termine del Pnrr, l'andamento della spesa per investimenti pubblici sia coerente con i requisiti della nuova governance europea (scopri di più sul Piano nazionale di ripresa e resilienza). In particolare, è previsto anche il potenziamento degli investimenti nel settore della difesa. Il ministro Giorgetti ha poi illustrato il Documento Programmatico di Bilancio (leggi il documento in pdf) che conformemente a quanto previsto dalla normativa, sarà trasmesso al Parlamento e alla Commissione europea.
Oltre al disegno di legge di bilancio il governo ha approvato un decreto legge con misure urgenti in materia economica e fiscale e in favore degli enti territoriali, e un decreto legislativo con la revisione delle disposizioni in materia di accise. In particolare, viene introdotto nel Testo unico delle Accise (TUA) un sistema di qualificazione degli operatori per instaurare un rapporto di
fiducia tra soggetto obbligato e amministrazione finanziaria. Questo sistema viene denominato SOAC e permette al soggetto qualificato di poter accedere a importanti benefici, quali l'esonero dall'obbligo di prestare cauzione a garanzia del pagamento dell'imposta e la riduzione di specifici oneri amministrativi. La qualifica di SOAC ha validità per 4 anni, è rinnovabile e, avendo una connotazione reputazionale, rende tali soggetti distinguibili nella platea degli operatori del settore.
"Con il disegno di legge di bilancio da 30 miliardi per il 2025, varato ieri dal Consiglio dei Ministri, si avvia il percorso di riduzione del deficit illustrato nel Documento programmatico di bilancio trasmesso a Bruxelles. Percorso sfidante, perché si tratta di tenere sotto stretto controllo l’aggregato della spesa netta e, al contempo, di recuperare spazi di intervento per sostenere la crescita e gli investimenti pubblici e privati necessari per affrontare transizione digitale e transizione ambientale. Per quanto è fin qui emerso, bene, intanto, nell’impianto della legge di bilancio per il prossimo anno, conferme ed efficientamento (con più ampia prospettiva temporale e, forse, con qualche contenuto potenziamento) delle misure di riduzione del cuneo fiscale sul costo del lavoro, nonché degli interventi in materia di detassazione di premi di produttività e fringe benefits, di super-deduzione del costo del lavoro per assunzioni a tempo indeterminato, di decontribuzione per l’occupazione di giovani e donne nel Mezzogiorno, di decontribuzione ZES e di incentivazione dell’autoimpiego". Così Confcommercio in una nota sulla manovra approvata dal Consiglio dei Ministri.
"Quanto all’IRPEF – prosegue la nota - se ne conferma l’impianto a tre aliquote. Occorre, però, il massimo impegno per pervenire, anche con il supporto degli esiti del concordato preventivo biennale, all’attesa riduzione al 33% della seconda aliquota. Andranno, inoltre, attentamente valutati gli impatti del processo di riordino delle spese fiscali attraverso l’applicazione di un meccanismo di “quoziente familiare”, della revisione delle accise (fermo restando l’impegno all’esclusione di ripercussioni negative per l’autotrasporto professionale) e dei rivisti bonus per ristrutturazioni edilizie. Importanti l’impegno per l’allineamento delle risorse per la sanità con la crescita del PIL nominale e, sul versante previdenziale, l’incentivazione della permanenza al lavoro". "In generale, per sostenere la crescita – ha concluso Confcommercio - restano determinanti la messa a terra degli interventi del PNRR, l’avanzamento della riforma fiscale ed una spending review orientata alla riqualificazione della struttura della spesa pubblica".
Commentando la conferenza stampa del ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, sulle misure prese dal Consiglio dei Ministri, il presidente di Conftrasporto-Confcommercio Pasquale Russo ha espresso la propria soddisfazione. "Bene le dichiarazioni del Ministro Giorgetti che confermano che non ci saranno impatti per le imprese di autotrasporto rispetto a possibili interventi di natura fiscale sui carburanti". "Confidiamo, di conseguenza - ha detto Russo - che tale impostazione verrà seguita anche durante l'iter parlamentare della Legge di Bilancio e del decreto fiscale annunciato dal Ministro. Conftrasporto-Confcommercio ha già evidenziato la contrarietà a interventi di natura fiscale sulla tassazione energetica, e anche i richiami alla legislazione europea appaiono una forzatura rispetto alle disposizioni normative in vigore". In tema di obblighi europei, Conftrasporto rileva come "nel Documento Programmatico di Bilancio 2025 in ottemperanza al Piano Strutturale di Bilancio di medio termine, con riferimento agli investimenti per i trasporti, vengono evidenziate misure fondamentali per il nostro settore, quali lo Sportello unico doganale dei controlli, cold ironing e finanziamento del trasporto ferroviario che rientrano nell'ambito del PNRR e dei fondi collegati, e su cui Conftrasporto-Confcommercio auspica, più che la ripetizione in nuovi documenti, la realizzazione e la messa in funzione in breve tempo, superando le criticità che si riscontrano". "Infine -ha concluso Russo - richiederebbe qualche ulteriore dettaglio quanto previsto per l'aggiudicazione competitiva delle concessioni nelle aree portuali, che appare una formulazione poco chiara e su cui invece, come su tutto il tema della governance portuale, sarebbe opportuno una operazione di confronto e trasparenza sulle intenzioni del Governo".
“Il Piano strutturale di bilancio di medio termine rappresenta una sfida complessa: da un lato, richiede l’attuazione di una politica fiscale responsabile e prudente, orientata alla riduzione del deficit, con particolare attenzione alla gestione della spesa netta e un rigoroso processo di razionalizzazione della spesa pubblica. Dall’altro, la sostenibilità del debito pubblico a medio termine, alla luce del nuovo Patto di Stabilità europeo e dell’esperienza del Pnrr, rende indispensabile la programmazione e l’implementazione di riforme e investimenti capaci di stimolare l’occupazione, la produttività e la crescita”: così il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, in audizione (link al testo integrale in pfd) davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
“Il successo di questo percorso - ha proseguito Bella - sarà strettamente legato agli investimenti pubblici e privati, cruciali per affrontare la transizione digitale e sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale, così come la transizione energetica e le sfide della sostenibilità ambientale. Il tutto dovrà essere sviluppato in una logica di convergenza con la sostenibilità economica e sociale, rispettando il principio della neutralità tecnologica. Per quanto riguarda occupazione, produttività e crescita, il settore terziario di mercato può giocare un ruolo fondamentale: nel 2023 ha rappresentato il 43,6% del Pil e il 50,5% dell’occupazione del nostro Paese. Lo scenario macroeconomico e gli obiettivi del Piano sono credibili. La battuta d’arresto che stimiamo per il terzo trimestre del 2024 non mette in discussione la possibilità di raggiungere rapidamente la riduzione del deficit nominale. È comunque importante ripristinare il funzionamento del circuito redditi-fiducia-consumi. Nonostante la maggiore occupazione e i maggiori salari derivanti dai rinnovi contrattuali, i consumi delle famiglie languono. Stimiamo che possano tornare a crescere nei prossimi mesi, anche grazie a una politica monetaria meno restrittiva e alla conferma per il 2025 delle indispensabili riduzioni del carico fiscale. Il difetto principale delle nuove regole di bilancio europee è l’eccessiva complessità. Viene così delusa la legittima aspettativa di poter disporre, finalmente, di un sistema di conteggi semplice, chiaro e condivisibile, almeno nelle linee generali, dall’opinione pubblica. La complessità non giova alla partecipazione dei cittadini al grande progetto collettivo di un’Europa più competitiva, più prospera, più solidale”.
“In ogni caso – ha concluso Bella - riforme e investimenti per valorizzare il capitale umano, una riorganizzazione del sistema fiscale che includa una revisione organica dell’IRPEF e una solida strategia per incentivare l’occupazione, soprattutto femminile, e gli investimenti, insieme all’apertura dei mercati per favorire il pluralismo imprenditoriale, l’innovazione tecnologica e organizzativa, e una maggiore efficienza nei trasporti e nella logistica, sono elementi chiave per aumentare la produttività. E la crescita della produttività nel settore dei servizi può dare un contributo decisivo alla crescita complessiva del nostro Paese”.
“Il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine è una prova sfidante: perché si tratta di praticare la responsabilità di una politica fiscale prudente per il rientro dal deficit eccessivo ponendo sotto controllo, in particolare, l’aggregato della spesa netta e misurandosi con un impegnativo processo di razionalizzazione della struttura della spesa pubblica. Ma anche perché, alla luce del riformato Patto di Stabilità europeo e dell’esperienza del PNRR, la sostenibilità di medio termine del debito pubblico chiama in causa la necessità di programmare ed attuare un’agenda di riforme e investimenti capaci di stimolare occupazione, produttività e crescita potenziale”: così Luigi Taranto, segretario generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, intervenendo all’incontro di Palazzo Chigi per la presentazione dello schema di PSB alle associazioni imprenditoriali (il documento sarà presentato alle Camere a ridosso del prossimo Consiglio dei ministri, ndr).
“Un’agenda - ha proseguito Taranto – in cui saranno centrali gli investimenti pubblici e privati necessari per misurarsi tanto con la transizione digitale e con potenzialità e impatti dell’intelligenza artificiale, quanto con la transizione energetica e le esigenze di sostenibilità ambientale secondo un’ottica di piena convergenza con la sostenibilità economica e sociale, a partire dal rispetto del principio di neutralità tecnologica. Quanto all’occupazione, alla produttività e alla crescita, un contributo particolarmente rilevante potrà venire dal terziario di mercato che, nel 2023, ha contribuito per il 43,6% alla formazione del prodotto del nostro Paese e per il 50,5% alla costruzione dell’occupazione”.
“Riforme e investimenti a sostegno della qualificazione del capitale umano e dell’occupabilità, un riordino del sistema fiscale che affronti un’organica riforma dell’Irpef e dia stabili prospettive a principi e misure di impulso all’occupazione e agli investimenti, apertura dei mercati a supporto del pluralismo imprenditoriale, innovazione tecnologica e organizzativa e valorizzazione della funzione abilitante dei trasporti e della logistica ai fini della competitività, possono agire come propellente degli incrementi di produttività e gli incrementi di produttività del sistema dei servizi -ha concluso il segretario generale di Confcommercio - possono recare un contributo decisivo al rafforzamento della crescita del nostro Paese”.
Il ministro dell'Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha illustrato iil 27 settembre scorso in Consiglio dei ministri il Piano Strutturale di Bilancio (guarda il link in pdf) di medio termine adottato, con i dati aggiornati alla luce delle revisioni di contabilità nazionale rilasciate dall'Istat lo scorso 23 settembre e dopo il confronto con le parti sociali avvenuto mercoledì scorso. In particolare, il Piano conferma la traiettoria della spesa primaria netta (nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione) che avrà, nei prossimi 7 anni (orizzonte temporale di riferimento), un tasso di crescita medio vicino all'1,5%, compatibile con il profilo stimato dalla Commissione. Partendo da una stima del 3,8% del Pil per l'anno in corso (più bassa del 4,3% stimato lo scorso aprile), il Governo si pone l'obiettivo di portare il rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, che consentirà di uscire dalla procedura per deficit eccessivo. I tassi di crescita della spesa primaria netta previsti, che nell'arco dei 7 anni avranno una traiettoria media vicina all'1,5%, sono: 1,3% nel 2025; 1,6% nel 2026; 1,9% nel 2027; 1,7% nel 2028; 1,5% nel 2029; 1,1% nel 2030 e 1,2% nel 2031.
Secondo un Focus del Piano strutturale di bilancio, nel caso di attuazione delle riforme del Pnrr e di quelle necessarie per estendere a sette anni il periodo di aggiustamento dei conti, il debito pubblico scenderebbe fino a raggiungere il 109,6% del Pil nel 2041. Un quadro positivo che si affianca agli scenari avversi: "non tutti gli scenari di medio periodo devono essere di tipo avverso", si legge nel documento, anche se la Commissione Ue ha richiesto esplicitamente di non considerare gli effetti delle previsioni di crescita programmatiche interne al Piano delle riforme e degli investimenti non ancora attuati. Forse per questo proprio non si vede sulla crescita l'impatto delle innovazioni del Pnrr che dovrebbe rendere l'Italia più competitiva. Dal 2027 la crescita del Paese indicata dal Piano fuori dall'analisi di sensitività torna infatti sotto l'1%: allo 0,8% nel 2027 e 2028 e allo 0,6% nel 2029. Inoltre, anche la crescita dell'1,1% del 2026 viene considerata dall'Upb, l'authority italiana dei conti pubblici, superiore di 0,2 alle proprie stime, che quindi prevedono un Pil sotto l'1%.
Prende forma la prossima manovra di bilancio, le cui grandi linee sono state anticipate a imprese e sindacati in occasione della presentazione del Piano strutturale di bilancio. Il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ricordato che l'approccio resta "prudente e responsabile"e ha quindi elencato le priorità per il governo. La prima è "rendere strutturali in maniera sostenibile alcune misure, coerentemente con quanto annunciato", cioè la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso e medio reddito e la riforma delle aliquote Irpef. Sui contratti di lavoro pubblico c'è poi l'impegno a recuperare il valore dell'inflazione, ovvero circa il 2% annuo, mentre sulla sanità si punta a la spesa sopra l'1,5% del Pil previsto in media per i prossimi sette anni.
Per quanto riguarda le riforme l'esecutivo si concentrerà su quattro aree. La prima è la giustizia, puntando su efficientamento e digitalizzazione, accorciamento tempi processo civile. La seconda è la pubblica amministrazione, dove si cerca l'efficientamento della spesa. La terza è l'ambiente imprenditoriale, per aumentare la concorrenza e promuovere la transizione green. E la quarta è la fiscalità, puntando su compliance e recupero della base imponibile.
La caccia alle risorse passa anche per la spending review e per una forma di contributo delle imprese che più hanno tratto profitto in questi anni di prezzi alle stelle. Giorgetti ha auspicato al riguardo il contributo da parte di chi ha maggiormente beneficiato di condizioni particolarmente favorevoli, escludendo però che si debba pensare alle cosiddette tasse sugli extraprofitti.
"Ha ragione il ministro Tajani serve coraggio, a quest'Europa serve coraggio per sfuggire alla minaccia del declino come ha ricordato recentemente Mario Draghi. In Italia, con la nuova legge di bilancio occorre confermare il taglio del cuneo fiscale e l'accorpamento delle aliquote Irpef. La direzione del governo è giusta e la condividiamo". Parole del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, in un messaggio video alla "Giornata dell'Economia" organizzata da Forza Italia a Milano il 5 ottobre scorso. "È necessario - ha proseguito Sangalli- che questa operazione sia sviluppata in modo strutturale, sempre con attenzione agli equilibri della finanza pubblica. Un contributo molto importante potrà venire dal terziario del mercato che nel 2023 ha contribuito per il 43,6 per cento alla formazione del prodotto del nostro paese e per il 50,5 per cento alla costituzione della occupazione". Secondo Sangalli "le tecnologie possono aumentare la produttività in generale. L'Italia ne ha bisogno. Se sapremo cogliere queste straordinarie opportunità e sapremo gestire le nuove frontiere dell'innovazione ci saranno scenari senza precedenti che miglioreranno il nostro futuro e quello delle prossime generazioni". "Qualunque prospettiva economica - ha concluso il presidente di Confcommercio - oggi si deve confrontare con la realtà drammatica delle guerre in Medio oriente e in Ucraina, alle porte di casa nostra. La nostra economia è in buona salute: lo confermano i dati di occupazione in crescita e l'inflazione che a settembre ha subito un deciso calo e soprattutto quest'ultimo dato è da leggere come un segnale positivo che potrebbe dare fiducia alle famiglie, una spinta ai consumi ancora troppo deboli". "L'inflazione è in forte calo anche in Europa. Speriamo di non dover aspettare dicembre per il prossimo taglio dei tassi d'interesse".
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