Settembre 17, 2024
La crescita lenta dell’economia e un futuro caratterizzato da incertezze
Nella Nota mensile sull’economia, pubblicata il 10 settembre scorso da Istat, in poche ma chiare parole si descrive la situazione del nostro Paese e quella globale: “l’Economia italiana continua a crescere a ritmo moderato, sostenuta dalla domanda interna e dal buon andamento del lavoro”. Anche l’economia internazionale ha una crescita lenta ma stabile, tuttavia le prospettive per i prossimi mesi si confermano incerte. Ed è proprio questa incertezza diffusa, frutto di un periodo difficile, segnato da guerre terribili e gravi tensioni geopolitiche, con l’incognita delle prossime elezioni d’oltre oceano, che genera timori diffusi tra investitori e cittadini, rallentando la ripresa economica e aumentando il rischio di instabilità sociale e politica.
Inflazione e tassi d’interesse
La notizia della settimana, che in realtà è stata ampiamente anticipata dalle previsioni di analisti e stampa economica, è il nuovo taglio dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea che li ha ridotti di 25 punti base. Del resto, l’inflazione complessiva è in calo da diversi mesi e, secondo gli esperti della BCE, si collocherebbe in media al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno. In Italia, leggiamo nella statistica dell’Istat sui Prezzi al Consumo, pubblicata proprio oggi, l’inflazione scende in agosto all’1,1%, rimanendo una delle più basse in assoluto di tutta l’Area Euro. E ci fa sapere l’ABI nel suo Monthly Outlook, Economia e Mercati Finanziari-Creditizi: Da ottobre 2023 sono diminuiti i tassi di mercato, anticipando le decisioni della BCE. Nelle settimane piu? recenti tale tendenza alla diminuzione e? proseguita, in previsione delle decisioni che la Banca centrale avrebbe assunto il 12 settembre.
Bene il lavoro ma sono ancora ampi i divari con gli altri Paesi UE
A tracciare un quadro lucido della situazione è anche Confindustria nella sua Congiuntura Flash: in Italia, scrive, in estrema sintesi, nel terzo trimestre c’è una spinta minore dei servizi, l’industria è meno debole e va ancora male l’export. È positiva la dinamica degli investimenti e prosegue la buona performance del mercato del lavoro. A proposito di lavoro, i dati Istat sul Mercato del Lavoro, II trimestre 2024, certificano la crescita del tasso di occupazione mentre si riduce quello di disoccupazione che scende al 6,8%, uno dei più bassi da molti anni, indicando una ripresa molto buona, specie dopo il duro periodo segnato dalla pandemia. Eppure, c’è ancora molto da fare, specie si si fa il confronto con altri Stati europei, dove il tasso di disoccupazione è decisamente inferiore e più alto quello di occupazione. Come scrive Il Sole 24 Oreproprio oggi, “ci sono ritardi storici del nostro mercato del lavoro”.
Per quanto riguarda il lavoro, è importante riflettere anche sui dati Unioncamere Excelsior, secondo i quali sono 538 mila i lavoratori ricercati dalle imprese a settembre, con un contratto a tempo determinato superiore a un mese o a tempo indeterminato. Tuttavia, la questione spinosa che emerge costantemente da questi dati è la difficoltà di reperimento dichiarata dalle imprese: questa volta sono oltre 254 mila le assunzioni (il 47,2% del totale) che potrebbero non andare a buon fine, soprattutto a causa della ‘mancanza di candidati’ (30,4%).
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