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L'outlook della settimana. Il punto al 10 settembre 2024

Urgente un cambiamento radicale e concreto in Europa che punti su crescita e produttività. Il rapporto sulla competitività dell’Europa di Mario Draghi.

Il contesto mondiale nel quale ci troviamo è, da tempo e sotto gli occhi di tutti, di incertezza geopolitica e di rallentamento dei rapporti economici globali. L’Europa è chiamata a giocare la sua partita in questo momento così difficile. “In un mondo in cambiamento con nuove sfide, l’Unione Europea è concentrata a rimanere competitiva e prospera. Stiamo lavorando duramente per mantenere la nostra leadership a livello globale e assicurarci di avere il controllo sul nostro futuro. Pertanto, l’Europa deve guardare più lontano e delineare come rimanere competitiva”. Nel Rapporto sulla Competitività, Commissionato dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen all’ex presidente del Consiglio Italiano ed ex Governatore della BCE, Mario Draghi, si sostiene l’urgenza di un cambiamento che sia radicale e concreto e che punti su crescita e produttività. Ma non solo. Affinché la Ue continui ad esistere, l’Europa deve essere in grado di garantire i suoi valori fondamentali: prosperità, equità, libertà, pace e democrazia in un ambiente sostenibile. L’ex Premier propone inoltre un'estensione del voto a maggioranza qualificata. "Finora, molti sforzi per approfondire l'integrazione europea tra gli Stati membri sono stati ostacolati dal voto all'unanimità. Dovrebbero quindi essere sfruttate tutte le possibilità offerte dai Trattati Ue per estendere il voto a maggioranza qualificata" (QUI).

Inflazione e politica monetaria restrittiva

L’inflazione nell’Area euro (Eurostat), come abbiamo visto la settimana scorsa, è scesa al 2,2%. Intervistato da Le Monde, Piero Cipollone, membro del Comitato esecutivo della BCE, rispondendo al giornalista che chiedeva se mantenere i tassi di interesse troppo alti troppo a lungo possa soffocare la crescita economica, sostiene che “esiste un vero rischio che la nostra posizione possa diventare troppo restrittiva. Dobbiamo garantire che l’inflazione converga verso il nostro obiettivo senza frenare inutilmente l’economia, perché abbiamo un disperato bisogno di investimenti e crescita in Europa. Ogni ritardo in questo ambito ci mette in grave svantaggio”.

 Diversa la situazione nell’Area OCSE, che comprende un numero molto più alto di stati, anche fuori dall’Europa, dove l’inflazione è al 5,4%, aumentata in 17 su 38 paesi, e diminuita in 11, mentre è rimasta stabile o quasi stabile negli altri 10.

In Italia

Uno sguardo più mirato alla situazione del nostro Paese ce lo fornisce questa settimana il Misery Index di Confcommercio che misura il disagio sociale. A luglio l’indice Confcommercio si è attestato a 10,4, tornando sui livelli di luglio 2007, grazie alla riduzione della disoccupazione estesa e al rallentamento dell’inflazione. Secondo il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, “in termini prospettici il ritorno a valori storicamente contenuti dell’indicatore e delle sue principali componenti rende difficile immaginare il permanere di una tendenza al ridimensionamento dell’area del disagio sociale, calcolata secondo la metrica del MIC, anche nei mesi autunnali. A questo si aggiungono i rischi di un peggioramento del mercato del lavoro, i cui segnali anticipatori potrebbero essere rappresentati dalla crescente richiesta delle ore autorizzate per le varie forme di integrazione salariale e dalle difficoltà, manifestate nei periodi più recenti, di ridurre l’area dell’inattività”.

Dati interessanti, sul lavoro, li fornisce Unioncamere, secondo la quale saranno necessari tra 3,4 e 3,9 milioni di lavoratori nel quinquennio 2024-2028. Nel fabbisogno delle imprese, fino a un lavoratore su 5 potrebbe essere immigrato. Per quanto riguarda i livelli di istruzione, si prevede che tra il 37-38% del fabbisogno occupazionale del quinquennio riguarderà professioni per cui è richiesta una formazione terziaria (laurea, diploma ITS Academy o AFAM), mentre al 47-48% del personale sarà richiesto il possesso di una formazione secondaria di secondo grado tecnico-professionale.

 

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