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L'outlook della settimana. Il punto al 18 aprile 2023

Un contesto estremamente incerto

Nelle news che riprendiamo questa settimana, molte scaturite da  The 2023 Spring Meetings of the World Bank Group (WBG) and the International Monetary Fund (IMF),  ci sembra che la parola che ricorre più spesso è “incertezza”. L'incertezza può avere effetti significativi sull'economia, influenzando la domanda, l'offerta, gli investimenti, i prezzi, il commercio e la crescita economica complessiva. A differenza del concetto di "rischio", che si riferisce alla possibilità di perdite o guadagni conosciuti e calcolabili, l'incertezza implica la presenza di eventi imprevedibili e inattesi che possono influenzare i risultati delle scelte economiche. Sono diversi i fattori causa di incertezza ma, in questi tempi che stiamo vivendo, il primo è la guerra in Ucraina che si protrae ormai da oltre un anno, con esiti particolarmente drammatici, in primo luogo per la Nazione ucraina ingiustamente aggredita.

Prosegue, secondo i dati Istat, la fase di rapido rientro dell’inflazione, guidata dalla dinamica dei prezzi dei beni Energetici. A marzo è stimata a +7,6%.
Intervenendo alla quarantasettesima riunione del Comitato monetario e finanziario internazionale, in occasione degli “incontri primaverili” del FMI e Banca Mondiale, la presidente della BCE Christine Lagarde ha detto che “le prospettive economiche globali sono migliorate sulla scia di un graduale allentamento delle strozzature dell’offerta globale, del calo dei prezzi dell’energia e della ripresa dell’economia cinese a seguito della revoca delle misure di contenimento legate alla pandemia. Anche l’inflazione globale è in calo da quando ha raggiunto il picco nell’estate del 2022, sostenuta dall’allentamento dei vincoli di offerta, nonché dall’inasprimento della politica monetaria tra le economie avanzate.  Tuttavia, le prospettive di ripresa per l’economia globale rimangono fragili a causa della continua incertezza, alimentata dalla guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina, e della possibilità che le pressioni nei mercati energetici e alimentari globali possano riapparire, portando a nuovi picchi dei prezzi e a un aumento dell’inflazione”.

Nel suo intervento al Development Commettee, in occasione delle assemblee primaverili di Fmi e Banca Mondiale, il Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha detto che l’economia globale ha mostrato più resilienza del previsto. Gli indicatori disponibili suggeriscono che il rallentamento, seppur consistente, è inferiore a quanto previsto fino a pochi mesi fa. Ciononostante, abbiamo a che fare con un contesto estremamente incerto e la crescita e l’inflazione continuano a risentire negativamente della guerra.

World Economic Outlook

L’introduzione del World Economic Outlook del Fondo Monetario Internazionale, presentato il 12 aprile, si apre con queste parole: “Le prospettive sono di nuovo incerte tra le turbolenze del settore finanziario, l’inflazione elevata, gli effetti in corso dell’invasione russa dell’Ucraina e tre anni di COVID”. Le previsioni che seguono sono di un rallentamento della crescita mondiale, con un’inflazione che nel 2023 dovrebbe scendere al 7% sulla scia del calo dei prezzi delle materie prime, ma è probabile che l’inflazione sottostante (core) diminuisca più lentamente. Nella maggior parte dei casi, il ritorno dell’inflazione all’obiettivo (del 2%) è improbabile prima del 2025.

La Congiuntura Confcommercio

Nella Congiuntura Confcommercio leggiamo che " il primo trimestre del 2023 si dovrebbe essere chiuso con una sostanziale stagnazione dell’economia italiana. La stima, pure allontanando l’ipotesi della modesta recessione tecnica, non elimina le incertezze e le preoccupazioni sul prosieguo dell’anno, anche in ragione del peggiorato quadro internazionale”.

La produzione industriale

A febbraio, scrive l’Istat, si rileva, per il secondo mese consecutivo, una flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato della produzione industriale. L’intonazione negativa di febbraio è diffusa ai principali comparti, con l’esclusione dell’energia. Resta, tuttavia, positivo l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. Nella media Europea, a cura di Eurostat, la produzione industriale destagionalizzata è aumentata dell’1,5% nell’area dell’euro e dell’1,4% nell’UE, rispetto a gennaio 2023.

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