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L'outlook della settimana. Il punto al 4 aprile 2023

In modo inaspettato, l’Opec ha tagliato la produzione di petrolio, a partire dal mese di maggio per tutto il 2023, di 1 milione di barili al giorno. Questa notizia potrebbe avere la conseguenza di una nuova accelerazione dei prezzi dei prodotti energetici, spingendo nuovamente in alto l’inflazione. 

Inflazione

Proprio pochi giorni fa sono stati diffusi i nuovi dati sull’andamento dei prezzi in Italia che, secondo le rilevazioni Istat, hanno finalmente subito (come avvenuto anche in altri Paesi europei) un calo significativo. Secondo le stime preliminari, prosegue la fase di rapido rientro dell’inflazione (scesa a +7,7%), guidata dalla dinamica dei prezzi dei Beni Energetici. Continuano, di contro, le tensioni al rialzo dei prezzi nel comparto dei Beni alimentari non lavorati, dei Tabacchi e dei Servizi, che portano a una nuova accelerazione dell’inflazione di fondo (salita a +6,4%), la cui dinamica tuttavia sembra perdere lo slancio che aveva contraddistinto i mesi precedenti. Infine, i prezzi del “carrello della spesa” rimangono stabili su base tendenziale a +12,7%. “Il contenimento delle dinamiche inflazionistiche rappresenta, indubbiamente, un solido presupposto per una seconda parte dell’anno più dinamica in termini di attività produttiva. Ma questo non significa che le perdite di potere d’acquisto di redditi e ricchezza liquida non abbiano già oggi impatti negativi sia sul versante dei consumi delle famiglie sia della crescita”, commenta l’Ufficio Studi di Confcommercio.
E rimanendo in tema, è davvero molto interessante ciò che scrivono sul Blog della BCE Oscar Arce, Elke Hahn and Gerrit KoesterGli alti prezzi dell’energia hanno intaccato i redditi reali. Come allocare queste perdite è al centro delle recenti trattative tra imprese e lavoratori. Se entrambe le parti tentassero di compensare unilateralmente eventuali perdite di reddito reale, ciò potrebbe innescare successivi aumenti di salari e prezzi e creare rischi di una spirale ascendente che potrebbe rendere tutti più poveri. In sostanza, la dinamica “tit-for-tat” (si potrebbe tradurre, “dente per dente, occhio per occhio), come è stata descritta dal presidente della BCE Lagarde in un recente discorso, deve essere evitata per tenere a bada l’inflazione. Argomento, questo dei grandi profitti aziendali, affrontato anche fa Fabio Panetta, Membro del Comitato Esecutivo della BCE, in un’intervista sul New York Times.

Fiducia
Il clima di fiducia delle imprese, scrive l’Istat
, torna ad aumentare dopo la stabilità registrata lo scorso mese. L’aumento dell’indice è trainato dall’industria e, in misura minore, dai servizi. Il clima di fiducia dei consumatori cresce per il secondo mese consecutivo. La dinamica positiva dell’indice di fiducia è la sintesi di valutazioni in deciso miglioramento sulla situazione economica generale e su quella corrente e di opinioni improntate alla cautela sul quadro personale e futuro.

Reperimento del personale
Uno dei problemi cui vanno incontro le imprese è la difficoltà di reperimento del personale qualificato. Secondo Unioncamere, la difficoltà di reperimento nel 2022 ha riguardato il 40% delle assunzioni e tenderà ad aumentare ulteriormente anche per l’accelerazione della domanda attesa come effetto degli investimenti PNRR. Le filiere produttive per cui si è stimato un costo maggiore a causa dell’inserimento ritardato dei lavoratori ricercati sono state quelle dei servizi operativi, commercio e turismo, costruzioni e infrastrutture, settori con un elevato turnover occupazionale legato anche ai fattori stagionali

Legalità, ci piace!
Continua l’impegno di Confcommercio a fianco delle imprese per promuovere la cultura della legalità
. Anche quest’anno la Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità, ci piace!”, giunta alla decima edizione, è stato un momento importante di riflessione e analisi sui fenomeni criminali che colpiscono il mondo imprenditoriale e sul sostegno fornito da istituzioni e associazioni. Il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha presentato un’indagine su usura e fenomeni illegali e sulla percezione e i costi per le imprese del terziario di mercato. L’usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo, estorsioni e furti. Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta.

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