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L'outlook della settimana: il punto al 13 dicembre 2022

Qualità della vita e distanza tra Nord e Sud
È stata pubblicata il 12 dicembre la 33ª indagine sulla Qualità della vita nelle provincie italiane a cura del Sole 24 Ore (QUI) che vede sul podio Bologna, Bolzano e Firenze al primo, secondo e terzo posto e che purtoppo vede la nostra città di Torino perdere terreno. Quella di quest’anno è un’edizione particolarmente interessante poiché vengono indagati gli effetti dei numerosi e ripetuti shock che hanno colpito l’economia con evidenti conseguenze sul nostro territorio. In particolare, epidemia, caro energia, difficoltà a reperire le materie prime, la guerra in Ucraina, l’inflazione, i cambiamenti climatici hanno rimarcato ancora di più le differenze già presenti in Italia, confermando ciò che lo Svimez, nel suo Rapporto 2022 (QUI), soltanto una dozzina di giorni fa aveva descritto, ovvero la ripresa del divario sempre più marcato tra un Mezzogiorno d’Italia che stenta e un Settentrione che riesce a rimanere comunque, pur tra le difficoltà, in territorio positivo.

Superindice OCSE
Gli indicatori economici dell’OCSE, progettati per anticipare i punti di svolta e le fluttuazioni economiche relative alla tendenza, continuano a segnalare deboli prospettive per le economie avanzate. Un rallentamento della crescita è previsto negli Stati Uniti, nel Regno Unito e in Canada, nonché nell’area dell’euro, tra cui in paesi come Germania, Francia e Italia. Come negli ultimi mesi, questi sviluppi possono essere principalmente attribuiti all’elevata inflazione e all’aumento dei tassi di interesse.

L’inflazione e la situazione italiana
Addentrandoci di più nella situazione Italiana troviamo questa settimana in dato Istat sulle vendite al dettaglio che ad ottobre, rispetto al mese precedente, registra una diminuzione delle vendite sia in valore sia in volume; la flessione riguarda tanto i beni alimentari quanto i non alimentari. È un dato peggiore delle attese, scrive Confcommercio (QUI), che segnala anche, nel suo consueto Misery Index, un andamento al rialzo dell’indice del disagio sociale, individuando nell’inflazione la responsabile di ciò. Commentando i dati dell’indagine, il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bella, ha sottolineato che “le prime stime di novembre indicano una stabilizzazione dell’inflazione, che permane comunque su valori elevati, dato che appare prematuro leggere come l’inizio di una fase di rientro.  La progressiva erosione del reddito disponibile non potrà non incidere, nei prossimi mesi, sui comportamenti delle famiglie, amplificando i timori di un possibile rallentamento della domanda e di conseguenza della ripresa e dell’occupazione”. “Elementi – ha concluso Bella – che potrebbero determinare un ulteriore ampliamento dell’area del disagio sociale nei primi mesi del 2023″.

Bene le esportazioni
È buono, invece il dato, sempre Istat, sulle esportazioni che segnano una crescita congiunturale per quasi tutte le ripartizioni territoriali. I risultati sul terzo trimestre 2022, a eccezione per Sud e Isole, continuano a registrare una dinamica congiunturale positiva, territorialmente diffusa, ma in attenuazione nel confronto con il trimestre precedente. La crescita su base annua, pur restando molto sostenuta, rallenta per tutte le ripartizioni a esclusione del Centro.

 

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